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Visualizzazione dei post da novembre, 2024

Israele ha attuato anche in Libano le stesse tattiche militari di Gaza?

  Israele anche in Libano ha replicato le stesse tattiche adoperate a Gaza: bombardamenti indiscriminati contro quartieri residenziali, utilizzo dei civili come “scudi umani”, attacchi contro ambulanze, medici e paramedici, distruzione di ospedali. Le “cinture di fuoco” La strategia militare già adoperata ampiamente a Gaza e replicata anche in Libano consiste nelle cosiddette “cinture di fuoco”, una tattica che permette all’esercito d’occupazione di bombardare indiscriminatamente una determinata area sganciando simultaneamente decine di bombe, al fine di massimizzare gli effetti devastanti contro infrastrutture e civili. Tale strategia militare sviluppata dal capo di stato maggiore dell’esercito d’occupazione, Avis Kohavi, nel suo piano pluriennale 2019/23 “Tnufa” (impulso), e attuata per la prima volta nel 2021 nel corso dell’operazione militare contro Gaza “Guardiani del Muro”, mira a bombardare a tappeto intere zone abitate, qualora ci sia il sospetto della presenza di un solo t...

Il gesto estremo di Aaron al grido di “Palestina libera, liberate la Palestina, non sarò più complice di genocidio”.

    "Sto per intraprendere un atto di protesta estremo, ma rispetto a ciò che le persone hanno vissuto in Palestina per mano dei loro colonizzatori, non è affatto estremo. Questo è ciò che la nostra classe dirigente ha deciso essere normale." Queste sono  state  le ultime parole pronunciate da Aaron Bushnell, un giovane soldato, membro in servizio attivo dell’esercito americano ,  prima di   autoimmolarsi ,  dandosi fuoco  con del liquido infiammabile,  davanti all’ambasciata israeliana a Washington. Ha affermato inoltre che il gesto estremo del martirio, la sofferenza che si è auto inflitto, è poca cosa rispetto alla sofferenza e al dolore inflitti ai palestinesi per mano dei colonizzatori sionisti ogni maledetto giorno.  Nella sua posizione di membro delle forze armate americane, Aaron viveva un doppio dilemma morale, sentiva di trovarsi dalla parte sbagliata della storia, dalla parte degli oppressori bianchi occidentali, e di essere t...

Giornalisti internazionali e giornalisti palestinesi, narrazione ufficiale della propaganda israeliana e contro narrazione sul genocidio

  Dal momento che la stampa internazionale si adegua alla censura sionista, i giornalisti palestinesi locali denunciando i crimini di guerra israeliani e fornendo al mondo una contro narrazione differente da quella ufficiale, rappresentano un grave ostacolo per la propaganda bellica d’Israele. L’1 aprile il primo ministro israeliano Netanyahu ha scritto su X  “il canale terroristico Al   Jazeera non trasmetterà più da Israele. Ho intenzione di agire immediatamente in conformità   con la nuova legge per fermare l’attività del canale”.  La legge in questione approvata dalla Knesset nel mese di maggio ha permesso non solo la chiusura degli uffici di Al Jazeera a Gerusalemme, ma anche di altre agenzie di stampa. Il 22 settembre l’esercito d’occupazione ha fatto irruzione nella sede di Al Jazeera a Ramallah, “capitale” dell’Autorità Nazionale Palestinese, imponendo anche qui la chiusura degli uffici. La censura contro la principale emittente in lingua araba...

Processi di pace e negazione della Nakba e del diritto al ritorno dei profughi palestinesi

  La causa del diritto al ritorno dei profughi palestinesi, il riconoscimento della Nakba, la necessità di un risarcimento concreto e morale per il popolo nativo palestinese sono temi da sempre esclusi dai processi di pace. La motivazione può essere ricercata nella negazione da parte di Israele dei delitti commessi prima e dopo la fondazione dello Stato. Nascita dell’UNRWA Nel 1949 le Nazioni Unite assunsero la decisione di non coinvolgere l’Organizzazione  Internazionale dei Rifugiati nella questione del ritorno dei profughi palestinesi nelle terre da cui erano stati cacciati dai sionisti. Tale provvedimento fu influenzato dalle pressioni delle organizzazioni ebree-sioniste preoccupate che potesse sorgere qualche analogia tra la Nakba e ciò che gli ebrei avevano subito durante la seconda guerra mondiale.  L’IRO infatti aveva fornito assistenza anche ai profughi ebrei nell’immediato dopoguerra. Sulla base di queste motivazioni nel 1950 fu costituita un’agenzia speciale pe...

Breve storia del sistema d’occupazione sionista. Come si realizzò l’oppressione dei nativi palestinesi a partire dal 1948

  La nascita dello Stato d’Israele nel 1948 fu seguita dall’imposizione di un brutale sistema d’occupazione che rappresentò l’inizio di un incubo senza fine per i nativi palestinesi. Violenza, deportazione nei campi di prigionia e lavoro, saccheggi di abitazioni private, confische di terre, profanazioni di luoghi sacri e violazioni dei diritti fondamentali sconvolsero, da quel momento in poi, la quotidianità del popolo palestinese . I nativi palestinesi “ritornati” A partire dal 1948/49 l’intelligence israeliana iniziò a dare la caccia ad ogni “arabo sospetto”, per finire nel mirino del Mossad e dello Shin Bet  bastava in realtà essere semplicemente uno dei milioni di profughi nativi palestinesi, sopravvissuti alla Nakba, che a guerra finita cercava di riprendere possesso della propria casa nei territori sotto occupazione israeliana. L’esercito d’occupazione circondava paesi e villaggi, e successivamente, i servizi segreti facevano irruzione nelle case dei “ritornati”, qu...